Ieri sera ero un giudice demoscopico; niente demotelecomandi: avevo il mio democulo demopiantato nella locale demosede della demorai. Cinquantaquattro demogiudici per giuria, quaranta giurie sparse in tutta italia. E per la prima volta in vita mia ho visto tutta una puntata di Sanremo senza addormentarmi.
Cosa lo rende così soporifero? A parer mio l’incredibile manfrina (oramai mantenuta per tradizione e probabilmente istituita da Pippone Baudone) che precede l’annuncio di ogni cantante. La scenetta, la presentazione in ordine inverso: prima lo scrittore dei testi, poi il direttore di orchestra e solo in ultima istanza il cantante. Cavolo, io avevo le schede col nome del cantante davanti dieci minuti prima e questo mi ha reso il tutto molto più sopportabile. La formula andrebbe seriamente rivista, anche se a scapito degli interessi di molti insonni che solo col festival trovano pace.
Il campione. Per quanti si siano mai chiesti perchè le classifiche dei Big che escono da Sanremo abbiano sempre qualcosa di enormemente sbagliato ed irrealistico (ad esempio l’onnipresenza di Ron) io ho la spiegazione: la classifica ricalca il campione. Ed il campione è, a mio parere, sbagliato ed irrealistico.
Le giurie sono divise in due gruppi di eguale consistenza: under-36 ed over-36. Ora, basterebbe essere stati ad un qualunque festival musicale negli ultimi quaranta anni per essersi resi conto che gli over-36 nel mondo della musica di solito stanno sopra o dietro il palco, ma in platea sono pochini. Oltretutto gli over-36 hanno questa bruttissima abitudine di avere quasi tutti un lavoro: chiedergli di passare una nottata in settimana a spaccarsi i marroni in Rai non è realistico.
Di ventisette over-36 presenti ho contato un massimo di quattro o cinque under-50, e dei rimanenti, metà sarà stata over-60. Vabbè, ma almeno gli under-36… ventisette under-36: quanti minorenni? Due. La stragrande maggioranza della musica che possiedo (eh, magari la possedessi: che ho licenza di ascoltare, in privato, forse) l’ho comprata in minor età e se non lo avessi fatto allora, oggi non ne acquisterei comunque nella stessa dimensione e proporzione.
Come si svolgeva la votazione? Beh, eravamo seduti in una sala conferenze con un grosso schermo e due televisori. (il numero di televisori presenti in quel palazzo è impressionante: solo il bagno ne è sprovvisto) Votavamo su delle schede molto cartacee, da uno a dieci, penna nera, supervisionati da un notaio. Le schede venivano passate velocemente ad inizio canzone e ritirate poco prima della fine della stessa. Le votazioni venivano computate con un avanzata calcolatrice a nastro: non avevo più visto una calcolatrice col nastro dal 1997. I voti venivano successivamente telefonati da qualche parte. Suppongo a Sanremo, ma chissà. Probabilmente in fondo alla filiera c’era un grosso pallottoliere ed una scimmia.
Ed io che mi aspettavo almeno un paio di bottoncioni colorati ed un numero variabile di lucette colorate, tz.
La riserva. Oltre agli over-36/under-36 c’erano i giudici di riserva: una trentina di persone pronte a prendere il posto dei giurati veri e propri nell’eventualità uno di questi esplodesse in una fragorosa crisi combustiva spontanea. Ho sentito dicerie riguardanti giudici “fissi:” gente che torna ogni tot tempo a fare il giudice per Sanremo. Stronzata abissale, direi. Al massimo si tratterà di giudici di riserva (che, non si fosse capito, non votano) che vengono ripescati per un anno successivo. All’atto della registrazione in atrio ho firmato un tot di paccottiglia in cui affermavo di non essere un musicista professionista, di essere un grande accatastatore di cd od un musicista amatoriale (la seconda) e di non aver mai fatto da giurato per Sanremo.
Una volta nella vita, babes.
(Non ho visto, ne’ mi è stato parlato di clausole di non divulgazione)
La cena. Eggià, mi costringi a vedere Pupo che fa che si fa gli affari altrui, (s’ha da dire che ha fatto in fretta) almeno offrimi una cena. Beh, niente piatti caldi, ma sandwich e pizzette. Alcuni molto buoni, eh: brava Rai.
Nel complesso, un’esperienza educativa.
PS: il numero esatto dei componenti della giuria e delle sue componenti (cinquantaquattro e ventisette) potrei averli sbagliati. Ho contato frettolosamente delle sedie vuote durante una pausa. Il titolo dell’articolo si rifà alle origini del nome Sanremo.
PPS: Mi fanno notare che ieri su RaiDue è andato in onda un servizo sulla pirateria a Sanremo. All’inizio è strapieno di ovvietà, poi al 50% del filmato fà vedere un nucleo della GDF che usa un programma piduepi, segue un discorso molto interessante sul watermarking delle copie campione-gratuito-vietata-la-vendita, un aggiornamento sul SonyBMG ed un accenno ad un signore di Bergamo che sta pagando 20.000 euro di multa.
Viva Z infiltrato speciale!
Ok per l’esperienza………ma i casi sono due:
O ti hanno coperto d’oro (o almeno non ti fanno più pagare il canone finchè vivi……)
O hai picchiato con la testa ( e pure forte….)
Io parlo da essere che in 2x anni di vita non ha mai visto un puntata di Sancoso!
Però iersera, zappettando per la tv (manco sul sat c’era nulla di figo (inseguimenti-incidenti o giù di li)) ho sentito la canzone del becco (o simile) e devo dire che mi è persin piaciuta………ma tutta una puntata mai!!
Lode e lode a Zingus per l’impresa!!
Se intendi la canzone di Povia, è “I bambini fanno ohh” in un altra chiave.
Per il resto grande noia, spero stasera che magari con il sottofondo della Gialappas la cosa cambi.
P.S. Stasera c’è Nip/Tuck
penso di aver tutto il diritto di dire “patabatà!”