L’Italia si è allineata con l’Europa sulle norme da applicare in caso di cybercrime, falso, etc etc
La Convenzione ha come obiettivo la realizzazione di una politica comune fra gli Stati membri, attraverso l’adozione di una legislazione appropriata, che consenta di combattere il crimine informatico in maniera coordinata. In particolare, tende ad armonizzare le fattispecie di reato riguardanti la criminalità informatica; a dotare i Paesi firmatari della Convenzione degli strumenti necessari allo svolgimento delle indagini e al perseguimento dei crimini correlati all’area informatica ed a costruire, infine, un efficace regime di cooperazione internazionale.
Si tratta, ha spiegato in una nota il Consiglio dei Ministri, dell’accesso illegale, intenzionale e senza diritto, a tutto o a parte di un sistema informatico; delle intercettazioni illegali e cioè delle intercettazioni di dati informatici, intenzionali e illecite, effettuate, attraverso mezzi tecnici, durante trasmissioni non pubbliche; dell’attentato all’integrità dei dati (danneggiamento, cancellazione, deterioramento, alterazione e soppressione dei dati informatici) fatto intenzionalmente e senza autorizzazione; dell’attentato all’integrità dei sistemi, che si concretizza in un impedimento grave al funzionamento di un sistema informatico, effettuato intenzionalmente e senza diritto mediante il danneggiamento, la cancellazione il deterioramento, l’alterazione e la soppressione dei dati informatici; dell’abuso intenzionale e senza autorizzazione di dispositivi (e cioè la produzione, la vendita, l’ottenimento per l’uso, l’importazione, la diffusione e altra forma di messa a disposizione), compresi i programmi informatici, specialmente concepiti per permettere la commissione dei delitti sopracitati, nonché di parole chiave (password) o di codici di accesso o di sistemi analoghi che consentano di accedere a tutto o a parte di un sistema informatico.