Le trappole diversive di una politica eversiva

Esistono molte notizie che meriterebbero l’attenzione del cittadino in un paese di democrazia partecipativa (dove i cittadini interagiscono attivamente con il potere, non solo tramite deleghe rappresentative).
Alcune di queste però sono politicamente scomode e ad esse bisogna trovare un valido diversivo mediatico.
Renderci conto dei diversivi è già un buon modo per difenderci, perché sappiamo di dover cercare con maggiore fervore uno scandalo bruciante che si sta consumando sotto il nostro naso e vuole essere perpetuato nella collettiva ignoranza.

Quale enorme attrattiva mediatica hanno sull’opinione pubblica domande faziose da patinati salotti televisivi come:
– E’ giusto pagare un aumento del canone RAI?
– E’ giusto che Sky vanti uno sconto sulle tasse?

Sappiamo bene che queste domande portano a risposte ovvie perchè volutamente malposte, ma se ad essere sbagliato fosse anche l’argomento oltre che le domande?


In questi giorni il governo ha concretizzato una realtà raccapricciante.
L’acqua è stata privatizzata legittimando la futura speculazione imprenditoriale su una fonte primaria di sopravvivenza.
Se cercassi di spiegarvi in poche parole le inevitabili conseguenze, sono certo che sarei facilmente additato come un eversivo comunista, quindi vi invito ad un riflessione documentata da qualche esempio storico rimandovi ad un articolo molto interessante:

Testa Nuda

4 pensieri su “Le trappole diversive di una politica eversiva

  1. Emigrare?
    Beh in realtà esistono molte iniziative civili che puntano ad risanare la politica italiana a partire dall’informazione e partecipazione diretta del cittadino con raccolte di firme, manifestazioni ecc..
    Il problema è che per organizzarle su scala nazionale servono troppi soldi e hanno scarso successo per la simmetrica ostilità sia da parte di maggioranza che opposizione e l’omertoso oscurantismo dei mezzi di informazione pubblica.

    Sbircindo su Google si scopre che, a prescindere da chi sia stato al governo, la guerra silenziosa per strappare via l’acqua ai cittadini risale a più di un anno fa (le prime raccolte di firme che ho visto risalgono persino a Gennaio del 2007).
    Fino ad oggi i cittadini con l’aiuto della Commissione Europea hanno sempre rimediato … fino a oggi.

    Ora siamo sotto Natale: il periodo migliore in cui i cittadini non hanno voglia di essere fermati per strada per sentirsi dare brutte notizie come queste.

    Tutto ciò che possiamo fare è controllare ogni tanto la rete per sapere quando (e se) a Genova qualche nuova raccolta firme si muove prima che la quota maggioritaria dell’ENI sia polverizzata e L’Europa non potrà più fare nulla per salvarci.

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