Sullo strano strano mondo (la fuori)

Uno dopo l’altro, i famosi indizi della fine del mondo si accumulano. Duke Nukem Forever è stato rilasciato, nel tempo che il Chiarre ha impiegato a passare la maturità, conseguire la laurea, un dottorato e della prole. A differenza del Chiarre però, DNF ha ricevuto molte review negative, del tipo “non regge milioni di anni di attesa”, in fondo “è una zozzeria,”  ed —aggiungo io— “Serious Sam ci piaceva comunque di più, gne gne.”

Duke Nukem Forever’s legacy, then, becomes a strangely apt one – a raddled document of the last decade and a half of game design fads, trends and values. Duke Nukem Forever was always going to make history, and history it is. [RPS]

Non avendo motivo per provare a giocare qualcosa che comunque non avrebbe funzionato sul mio pc, un sacco del mio tempo è stato riempito da documentari. Per grande mancanza di Pieri Angela nella scelta, e di panda coccolosi malamente appesi sugli alberi, mi sono ritrovato sullo schermo una serie di programmi su società, economia, filosofia e contorti paralleli fra le stesse. Ottimi, ho scoperto poi.

All Watched Over by Machines of Loving Grace

Già già...

La prima serie che vi consiglio per le notti buie è All Watched Over by Machines of Loving Grace, tre puntate per un totale di 180m (circa 4-5 cene, unità di misura del Tempo Libero™) scritte da Adam Curtis. Curtis è un personaggio che si è fatto odiare dagli Stati Uniti per un documentario sui neoconservatori, e produce video strani, blandamente epilettici, di cui vi lascio due esempi: The Rise and Fall of the TV Journalist, ed OhDear-ism.

In AWOBMOLG racconta di strani collegamenti fra l’invenzione e la diffusione dei computer ed apparenti effetti collaterali: iniziare a credere che possano davvero risolvere problemi, che portino magicamente pace ed equilibrio, che rappresentino un ideale di “meccanicità” che può piacere a molti. Il tutto incastrato fra gli eventi della seconda metà del secolo scorso, fra personaggi di cui non sapete abbastanza —come Fuller o Greenspan— e l’economia oscillante degli ultimi decenni.

La prima puntata si concentra su politica, economia e stabilità di mercato, la seconda sull’idea che sistemi complesso possano avere un inerente equilibrio, saltellando fra ecologia, cibernetica e rivoluzioni di passaggio. La terza… la terza è strana, credo di doverla riguardare: rimescola un po’ tutto, vi porta in Congo, e da li credo parta per la tangente.

Include alci, mainframe, sportelli nel fianco di un bufalo, il primo mouse e la prima video-conferenza, crisi di mercato e gorilla.

Secrets of the Superbrands

Coca Cola ovunque, è quello il trucco

In Secrets of the Superbrands un tizio (che si atteggia un po’ come Z) cerca di scoprire per quale motivo le marche famose sono… beh, famose. La tautologia è già un buona spiegazione, sembra, ma vengono fuori curiosi lati del marketing che non mi aspettavo, o forse sospettavo ma non avevo mai visto descritti così esplicitamente.

Una sacco di ottimi esempi nelle tre puntate (Technology, Fashion, e Food), interviste a dipartimenti di marketing che accettano di raccontare, mancate interviste ad altrettanti che rifiutano. Sorprendentemente l’episodio sulle marche di vestiti mi è sembrato il più interessante, forse perché era un campo a me ignoto.

Alla fine vi lascia con sguardi torvi verso le etichette di ciò che tenete in cucina, ed un gran numero di simpatici trivia. E.g., la Fanta è stata inventata per i nazisti e la Coca Cola è la bibita più venduta in ogni nazione in cui sia commercializzata, eccetto la Scozia. Qua bevono IRN-BRU, per il semplice motivo che sono scozzesi.

Attenborough e Pratchett

I Pappagalli del Giovane Attenborough

100 Years of Wildlife Films è stato filmato quattro o cinque anni fa, quindi siamo in ritardo. È un documentario sui documentari, dall’inizio dei tempi cinematografici —quando David Attenborough aveva 20 anni e faceva wrestling con i draghi di Komodo— fino al giorno d’oggi, passando per la necessità di rinnovare e modernizzare uno dei più anziani generi di intrattenimento.

Un interessante racconto che segue il progresso delle telecamere, il variare degli argomenti, e la società attorno agli animali. Ma anche le sorti degli animali stessi, fra cui quelli di cui ci rimangono solo, amaramente, proprio le immagini dei naturalisti.

Per ultimo, soltanto perché il più recente, resta Terry Pratchett: Choosing to Die. Argomento controverso, momento controverso, personaggio controverso —almeno qui. Guardatelo, ma non mentre cenate. Suggerisco al pomeriggio, e poi uscite al sole.

Piantala di mettere link alla BBC, ti odio

Eh, c’è poco da fare, li guardo li. Ma non disperate, perché si trovano tutti su youtube, sui ruscelli di bit, o per altri metodi. Fra cui, come suggerisce Alcaris, DocMasters.tv. Ed ora ho linkato u
n sito che linka cose che linkano ad altre cose che in alcuni posti sono illegali, quindi tutti in galera.

dreadnaut

Dreadnaut è un anziano signore che si lamenta dei giovani sugli autobus —insomma, è una vergogna— ed osserva il mondo che passa. Scrive di tanto in tanto su R'Lieh, ma è di casa altrove.

3 pensieri su “Sullo strano strano mondo (la fuori)

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